Quaresima 2020

Mercoledì 26 febbraio – Le Ceneri – Messaggio del Vescovo Michele

Cari fratelli e sorelle in Cristo,
questa mia prima Quaresima in mezzo a voi incomincia in modo del tutto inaspettato.  La diffusione del Coronavirus (COVID-2019, così viene chiamato ufficialmente) richiede a tutti i cittadini nella nostra regione, in tutto il Paese, e quindi anche alla comunità cristiana della nostra Diocesi di comportarsi in maniera responsabile per permettere di bloccarne il contagio. Per questo anche la Diocesi segue con fiducia quanto deciso dalle pubbliche autorità con le indicazioni date a tutti nella giornata di domenica.
Vi assicuro che non è certo a cuor leggero che la diocesi ha stabilito la “sospensione della celebrazione pubblica di S. Messe, incluse quelle del Mercoledì delle Ceneri e domenicali, e di sacramenti (compresi Battesimi, Prime Comunioni e Cresime), sacramentali, liturgie e pie devozioni quali la Via Crucis”.  La celebrazione dell’Eucaristia, la preghiera e l’ascolto della Parola comunitarie, l’incontro tra fratelli e sorelle nelle varie forme sono dimensioni fondamentali della nostra vita di discepoli di Cristo. Questo momento in cui vi chiedo di rinunciarvi ci fa sperimentare con dolore, ma anche con la sorpresa di chi scopre qualcosa di nuovo ed inatteso, quanto tutto ciò ci sia importante e necessario per la nostra vita, al di là di ogni convenzione o abitudine.
Ma è proprio ora che ci risulta chiaro ed urgente il bisogno della preghiera, del rapporto fiducioso e filiale con Dio Padre, l’affidamento a Cristo nostro Signore e fratello, l’invocazione dello Spirito che ci sostiene con il suo soffio di vita. Prendiamoci pertanto con più impegno, in questi giorni “speciali” che pure ci introducono nella Quaresima, del tempo per pregare, là dove siamo, così come siamo, a casa, in famiglia, da soli. Siamo legati e uniti tra noi nel Signore e Lui non ci lascia mai da soli. Questa forzata rinuncia ci faccia scoprire quanto sia importante l’incontro dell’assemblea dei cristiani e ci spinga in futuro a ritrovarci con gioia e gratitudine.
I sacerdoti che celebreranno senza l’assemblea lo faranno per tutti e tutti potranno partecipare con la preghiera e nello spirito alla celebrazione del sacrificio di Cristo: il Signore risorto è vivo ed è presente tra noi.
Prendiamoci dei momenti da dedicare alla lettura delle Scritture, alla meditazione e all’ascolto della Parola di Dio. Come ho già ricordato nella lettera in occasione della giornata della Parola, “nelle Scritture è Dio che ci parla”. In comunione con tutte quelle chiese in tutto il mondo dove spesso non è possibile la celebrazione dell’Eucaristia, facciamo esperienza dell’ascolto del Dio vicino che parla con noi, che si comunica a noi, che continua a riunire la sua Chiesa nell’amore.
Preghiamo allora per le nostre necessità, per i piccoli e i poveri, per le persone sole che rischiano più di altre di portare il peso di questo momento difficile. Preghiamo per i medici e per tutto il personale sanitario, cui diamo la nostra fiducia ed il nostro sostegno. Il libro biblico del Siracide ci ricorda infatti: “Onora il medico per le sue prestazioni, perché il Signore ha creato anche lui. Dall’Altissimo infatti viene la guarigione, e anche dal re egli riceve doni” (Sir 38, 1-2). L’affidamento alle indicazioni dei medici è partecipazione alla fiducia piena in Dio, perché la loro opera fa parte del dono della creazione.
Preghiamo anche per chi deve prendere difficili decisioni per il bene comune, per tutti i nostri amministratori, perché ricevano fortezza e sapienza, come già ci insegna l’apostolo Paolo: “raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio” (1 Tim 2, 1-2).
Vi accompagno tutti con la mia preghiera, e con voi mi affido al Signore nostro Dio, amante della vita. La comunione tra noi che il Signore ci dona sia forte e ci sostenga. Continuiamo a prenderci cura gli uni degli altri, rimaniamo solidali con tutti e chiediamo il dono della speranza, contro ogni paura che ci possa colpire.
Poniamo in questa Quaresima gesti concreti di conversione, di rinnovamento della nostra vita. Camminiamo insieme verso la Pasqua, glorifichiamo il Signore con la nostra vita.

Domenica 1 marzo – Prima domenica di Quaresima

Sabato 7 marzo – Messaggio del vescovo Michele Tomasi

Cari Fratelli e sorelle in Cristo, si sta prolungando ancora il periodo dei disagi causati dal coronavirus: anche questa domenica, la seconda di Quaresima, non potremo trovarci nelle nostre Chiese per la celebrazione aperta alla comunità dell’Eucaristia. Non ci potremo incontrare, dovremo rinunciare a tanti appuntamenti significativi che avevamo in programma, a cui ci eravamo preparati, che attendevamo con gioia: un battesimo, una cresima, forse un matrimonio. Non potremo nemmeno trovarci come comunità che accompagna i suoi morti all’abbraccio con il Padre. Tutto questo ci manca molto. Sembra proprio che ci manchi troppo.
In questo periodo siamo concretamente consapevoli di essere legati gli uni agli altri. Ci viene chiesto di stare tutti alle stesse regole, di avere tutti le stesse attenzioni, perché solo questa unità di intenti può essere efficace nell’impedire la diffusione del contagio. Vediamo concretamente cosa significhi che dipendiamo gli uni dagli altri, che anche dai nostri comportamenti dipende la vita e la salute delle persone, anche di quelle che non ci sono vicine, che non vivono con noi, anche di tanti che non conosciamo neppure. Abituati talvolta ad andare per la nostra strada ci sembra difficile poter rivedere il passo, fermarci ad aspettare, senza sapere ancora per quanto.
In questo periodo ci rendiamo conto che non siamo padroni della nostra esistenza e del nostro tempo, che i nostri progetti non sono davvero in mano nostra. Ci viene anche paura, certo. Paura del contagio, paura di mettere in pericolo persone care. Paura in fondo di non essere noi a determinare il senso della nostra vita e a decidere il corso della nostra storia.
In questo periodo abbiamo però anche la possibilità di cogliere quanto il tempo che ci è dato da vivere sia un dono. Non una conquista, non una cosa scontata. Ma un dono. Da riscoprire come una vocazione, come una chiamata alla pienezza di vita e di senso. Una chiamata alla lode e alla riconoscenza per il dono della vita. Una chiamata al servizio a chi è in difficoltà o che soffre. Una chiamata alla dignità infinita di poterci prendere cura gli uni degli altri. Una chiamata a essere vicini a tutti nella preghiera al Signore.
Con questa preghiera saremo vicini a chi è ammalato e solo; a chi non può lavorare, a chi deve inventare ogni giorno qualcosa di nuovo per stare insieme ai figli o ai nipoti rimasti a casa da scuola, a chi non vede prospettive per la propria attività economica.
Potremo trovarci in famiglia per meditare le letture della domenica, recitare il Padre nostro e una preghiera. Potremo riprendere in mano il rosario e sgranare la nostra fiducia in Maria, Madre vicina a tutti i suoi figli. Potremo offrire il dono di una parola buona, magari di una telefonata, di un atto di perdono, di segni concreti di carità e di servizio. Potremo offrire il segno semplice e responsabile della nostra obbedienza alle indicazioni di chi ha responsabilità di governo. Potremo pregare per chi si prodiga per le cure, per la ricerca, per i servizi pubblici essenziali.
Il Vangelo di questa domenica ci mostra Gesù trasfigurato sul monte. Contempliamo la bellezza sfolgorante di Gesù in un anticipo di risurrezione: la sua umanità piena lascia trasparire lo splendore della sua piena divinità, trasfigura la nostra umanità e ne rivela l’insuperabile dignità.
Agli apostoli che erano con lui, presi da timore di fronte a tanta novità di vita, egli dice: «Alzatevi e non temete». Questo ripete anche a noi oggi: «Alzatevi e non temete». Contro ogni tentazione di ripiegamento e di sconforto, contro ogni paura ricordiamo a quale speranza siamo stati chiamati, a quale gioia siamo destinati, quale vita ci viene donata, qui in terra e nell’eternità.
Grazie ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi e alle religiose che si prodigano per assicurare presenza e vicinanza a tutti, nel nome del Signore.
Grazie a tutti i battezzati per la loro fede e per l’amore a Cristo e alla Chiesa.
Grazie a tutti coloro che non rinunciano a credere, a sperare, ad amare.
Grazie a chi nella pazienza dimostra di essere davvero a servizio dell’uomo.

Domenica 8 marzo – Seconda domenica di quaresima

Sabato 14 marzo – Messaggio di don Alessandro

Carissimi, continuiamo a vivere questi giorni segnati dalle attenzioni e dalle precauzioni che ci sono state richieste per contenere il più possibile l’espansione del coronavirus.
Vorrei, veramente, con tutto il cuore potervi far sentire il mio affetto, la mia vicinanza, in questo momento nel quale stiamo vivendo come sospesi tra quello che ci appare ancora “impossibile” che potesse accadere e il desiderio di vedere la luce alla fine del tunnel. Una vicinanza, prima di tutto per gli anziani e gli ammalati, verso i quali, per garantire la loro salute, non posso più fare visita personalmente. Vi ricordo nella preghiera insieme a coloro che, famigliari o amici, vi stanno vicino.
Anche da parte mia esprimo la gratitudine per le persone impegnate a lavorare negli ospedali o a servizio degli ammalati: le notizie che ci giungono attraverso i media sono di una categoria che, senza sosta, sta fornendo il massimo.
Ci viene chiesto di stare a casa: qualcuno, per motivi di lavoro, non può farlo; per questo, nelle famiglie, c’è un po’ di ansia e preoccupazione quando si rientra dal lavoro. Prego e invoco, per l’intercessione della Vergine Maria, il dono, comunque, della salute a garanzia di tutti.
Sto imparando in questi giorni a riscoprire la preghiera di intercessione. E, mai, come adesso, ve lo confesso, mi sento spinto ad affidarmi e ad affidarci a Lui, il Signore della VITA, Colui che ha in mano le sorti dell’umanità. Anche prima lo credevo! Però, forse, il fatto di poter programmare, scegliere, individuare, mi ha portato a ritenermi “protagonista” .
Questo tempo, invece, può portare con sé una scoperta speciale: quella di sentirmi e sentirci, veramente, presi per mano, presi per mano dalla misericordia e dall’Amore di Dio, perché il dono della fede in Gesù non sia solamente qualcosa di razionale, ma affettivo, con tutto il mio cuore.
La conversione tipica della Quaresima sento che possa essere quella di allontanare e scacciare tutti quegli idoli che, in un modo o nell’altro, possano aver preso posto dentro al mio cuore: io penso all’illusione dell’onnipotenza e alla necessità di riempire la mia agenda di cose da fare per sentirmi “vivo”.
Questo tempo, caratterizzato dal silenzio e un po’ dalla solitudine, ci aiuti a comprendere come possiamo essere veramente vicini gli uni con gli altri. Può essere di stimolo anche l’impegno di fare una o più telefonate per sentirci un po’ meno soli e isolati, condividendo le sensazioni, i tentativi che stiamo mettendo in atto per non rischiare di vivere passivamente queste giornate, assorbiti solamente dall’incessante e martellante bollettino giornaliero di contagi, persone infette, guarite o, purtroppo, anche decedute.
Come comunità parrocchiali rilancio e desidero che, anche noi, aderiamo all’iniziativa di partecipare tutti insieme, dalle nostre case, alla preghiera di affidamento e intercessione a San Giuseppe che celebreremo Giovedì 19 marzo. Siamo invitati, tutti insieme, alle ore 21, accendendo un cero o esponendo un drappo bianco alle finestre, a recitare la preghiera del Rosario (i misteri della luce) per la situazione che stiamo vivendo in Italia e nelle nostre comunità parrocchiali.
La Vergine Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, che noi veneriamo in modo speciale con il titolo di Madonna dell’Acqua, i nostri Santi Patroni Santi Pietro e Paolo e San Rocco, sostengano il nostro cammino, non ci facciano mai perdere la speranza, ci aiutino a riscoprire il valore del dialogo, dell’armonia in casa, del sentirci tutti un po’ più fraterni e solidali.
Io ripongo anche la speranza che, il giorno in cui le campane potranno risuonare a festa per l’invito a ritrovarci a celebrare insieme di nuovo l’Eucarestia, possa essere accolto con i nostri cuori ricolmi di gioia e capaci di fare veramente festa tutti insieme.
Don Alessandro

Domenica 15 marzo – Terza domenica di Quaresima

Lunedì 16 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Martedì 17 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Mercoledì 18 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Giovedì 19 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Venerdì 20 marzo – Messaggio di don Alessandro

Carissimi, condivido con voi alcune riflessioni che ho fatto in questi giorni.
Sono rimasto veramente colpito dall’immagine del Papa che domenica, da solo, lo abbiamo visto camminare lungo una strada di Roma. Mi ha colpito moltissimo. Vi ho rivisto l’immagine dell’uomo di oggi, penso anche a me, nella fatica e un po’ disorientamento di questi giorni, che si ritrova a cercare Qualcuno che possa ridonare quella certezza, quella fiducia, quella speranza che sembrano in questi giorni essere assenti, che ci sembra di aver smarrito.
E’ vero, ce lo stiamo ripetendo in tanti, che in questi giorni stiamo vivendo un senso di precarietà e di fragilità che non pensavamo di avere dentro di noi.
Il gesto del Papa è stato un gesto importante: perché proprio in questi frangenti mi permette di riscoprire il volto più vero e autentico del Dio di Gesù Cristo. Certamente non quello di chi vede nel virus un castigo di Dio.
Nemmeno un assicuratore o un tappabuchi, ma l’unico SIGNORE della mia vita, l’unico che mi può e ci può veramente salvare, che vale la pena invocare in questo momento di prova come il Dio, amante della vita, alleato del mio e nostro desiderio di VITA che ci ritroviamo dentro.
Credo che sia proprio questo il dono che la fede in Gesù ci permette di sperimentare e di sognare.
Abbiamo imparato che questo virus nessuno può illudersi di sconfiggere da solo, ormai mi sembra che non ci sia più un luogo che sia rimasto indenne. Questa consapevolezza ci sta aiutando a riflettere sul cammino e sulla lotta che siamo chiamati a sostenere tutti insieme. Certamente con il rispettare le regole che ci sono state suggerite, facendo la “fatica” di non sentirci immuni e liberi, quindi, di trasgredire.
Ma c’è una condivisione che, per chi crede, non si ferma solo al rispetto delle regole “igieniche”.
C’è anche quella della preghiera, del trovare, in questi giorni così strani, il tempo per “ascoltare” il silenzio, per ascoltare Gesù che ci parla, per metterci con tutto noi stessi a disposizione di Dio per comprendere uno dei messaggi più importanti di questi giorni.
Quale? Quello, se è vero come ho letto su alcuni articoli, che non saremo più gli stessi di prima.
Questo cosa vorrà dire pensando al nostro rapporto con Dio? O con le risorse di questa terra? O nella gestione del tempo, del lavoro, delle relazioni con gli altri?
Credo che non sarà sufficiente coltivare la speranza di venirne fuori (anche se adesso ci sembra la cosa più desiderabile!). Sarebbe bello e importante che, con occhi e cuore nuovi, potessimo gustare e rispettare il dono di una nuova giornata, il dono di una amicizia, il dono di un talento che abbiamo e siamo chiamati a mettere a disposizione degli altri, il dono che tutto ciò che ci circonda (dalle cose più semplici alle più sofisticate) non ci appartengono ma ci sono state affidate in custodia perché “le coltivassimo e le custodissimo” come ci insegna il testo della Genesi.
Continuiamo a sentirci vicini, uniti, nella preghiera.
Il Papa in questa settimana ci ha invitati a ricordare nella nostra preghiera gli amministratori e i nostri governanti: percepiamo tutti che sono chiamati a prendere delle decisioni e delle scelte che non sono semplici, per questo sono d’accordo che per loro è importante un invocazione speciale allo Spirito Santo perché li illumini e li sostenga nel servizio che stanno facendo per noi.
Restiamo vicini agli ammalati e a tutti coloro che si stanno impegnando per mantenere attivi tutti quei servizi che sono necessari per la nostra vita quotidiana di tutti i giorni.
Io, ogni giorno, in forma privata celebro l’Eucarestia secondo le intenzioni delle comunità di Casoni e di Mussolente: se c’è qualcuno che desidera presentarmi alcune intenzioni particolari lo può fare tranquillamente comunicandomelo attraverso il cellulare.
Grazie
Don Alessandro

Venerdì 20 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Sabato 21 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Domenica 22 marzo – Quarta domenica di Quaresima

Lunedì 23 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Martedì 24 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Mercoledì 25 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Giovedì 26 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Venerdì 27 marzo – Messaggio di don Alessandro

Sono ormai diverse settimane che, come tutti, cerco di contrastare la crescita del virus rimanendo in casa. Come tutti, o quasi tutti, perché c’è ancora qualcuno che è chiamato ad uscire per lavorare, per portare aiuto e sostegno attraverso alcune associazioni di volontariato (Alpini, Protezione civile…) a chi è in particolare difficoltà a causa del Coronavirus. A tutti voi va la nostra gratitudine, va il nostro plauso perché mi permettete di essere orgogliosi di questo senso di comunità che sta venendo fuori!
Nella “stranezza” di questo tempo, uno degli aspetti più positivi che mi sembra di percepire è l’occasione che ho avuto e sto avendo di guardarmi dentro, di riuscire a farlo con più calma e anche con più efficacia rispetto ad altre occasioni.
Non sto praticamente uscendo mai, se non per avviarmi alla celebrazione della Messa in cappellina. Ma c’è qualcosa, che grazie alla tecnologia, sta uscendo, quasi ogni giorno dalla canonica. E’ un semplice audio con il quale sto condividendo un piccolo momento di preghiera a partire dall’ascolto del Vangelo del giorno. So che sta giungendo a diverse persone e famiglie. Qualcuno mi ha anche ringraziato pubblicamente…. Qualcuno (giustamente credo!) mi ha fatto notare che sarei ancora più bravo se fossero momenti un po’ più concisi!!! Qualcuno ha notato che il volume della mia voce è alto anche attraverso watsapp!!! E’ bello ricevere tutti questi messaggi. Grazie!
Ma guardandomi dentro ho fatto e sto facendo una considerazione.
E’ strano ma è vero! In questo tempo, nel quale mi sembra di non poter fare tante delle cose che la vita e il ministero di tutti i giorni mi richiedeva (penso alle diverse riunioni, alle visite nelle case degli ammalati o anziani, al preparare momenti di preghiera o di formazione), mi “ritrovo” a svolgere uno dei servizi che dovrebbero caratterizzare principalmente la vita di un sacerdote e di un parroco. Quello di condividere, con il dono del Vangelo, le domande, le sorprese e gli spunti di un rinnovamento della vita che, dentro il nostro cuore, suscitano ancora oggi le parole e i gesti che Gesù ha compiuto nella sua vita.
E’ strano: mi mancano alcuni incontri, mi manca la possibilità di uscire e di fare qualche passeggiata o un giro in bici. Ma, mi sto rendendo conto, che mi mancava quel modo di essere vicino alle persone, con l’unico e vero tesoro che abbiamo tra le mani: la Parola di Dio, la preghiera e l’invocare la benedizione e l’intercessione dei Santi per tutte le persone e le famiglie che mi sono state affidate.
E’ uno dei motivi di consolazione che ritrovo dentro il mio cuore, in questi giorni. Anche se non posso nascondere la fatica e, anche, l’amarezza perché ormai è chiaro che, anche i riti della settimana santa, saremo chiamati a viverli in modo riservato e potendoli seguire per la televisione o la radio.
Un pensiero speciale, oggi, lo vorrei condividere in modo particolare con i più piccoli: penso ai bambini e ai ragazzi del catechismo, dell’ACR, dei Lupetti e del Reparto SCOUT. Non mi è facile trovare il modo e il linguaggio per comunicarvelo: ma vi assicuro che vi penso ogni giorno, state provando una sofferenza particolare non potendovi incontrare, giocare, uscire con gli amici… Non lasciamoci schiacciare dalla paura, ma rinnoviamo, ogni giorno, la nostra preghiera e la nostra fiducia in Gesù per affrontare e superare questa prova.
Quando tutto questo sarà passato sarà ancora più bello e gioioso poterci rivedere e riabbracciare.
Don Alessandro

Sabato 28 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Domenica 29 marzo – Quinta domenica di Quaresima

Lunedì 30 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Martedì 31 marzo – Audiomessaggio di don Alessandro

Mercoledì 1 aprile – Audiomessaggio di don Alessandro

Giovedì 2 aprile – Audiomessaggio di don Alessandro

Venerdì 3 aprile – Audiomessaggio di don Alessandro

Sabato 4 aprile – Videomessaggio di don Alessandro

Lunedì 6 aprile – Lunedì Santo

Martedì 7 aprile – Martedì Santo

Mercoledì 8 aprile – Mercoledì Santo

Giovedì 9 aprile – Giovedì Santo

Venerdì 10 aprile – Venerdì Santo

Sabato 11 aprile – Sabato Santo

Domenica 12 aprile – Domenica di Pasqua

I precedenti messaggi della quaresima

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